Origini della Madonna del Tindari
Una nave di ritorno dall’Oriente, tra le altre cose, portava nascosta nella stiva un’Immagine della madonna perché fosse sottratta alla persecuzione iconoclasta.
Mentre la nave solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si levò una tempesta e perciò essa fu costretta a interrompere il viaggio e a rifugiarsi nella baia del Tindari, oggi Marinello.
Quando si calmò la tempesta i marinai decisero di riprendere il viaggio: levarono l’ancora, inalberarono le vele, cominciarono a remare, ma non riuscirono a spostare la nave: tentarono, ma essa restava ferma lì, come se fosse incagliata nel porto.
Essi allora pensarono di alleggerire il carico, ma, solo quando, tra le altre cose, scaricarono la cassa contenente il venerato Simulacro della Vergine, la nave poté muoversi e riprendere svelta la rotta sulle onde placide del mare rabbonito.
Sono sconosciuti i luoghi di provenienza e di destinazione dell’immagine sacra.
Partita la nave che aveva lasciato il carico, i marinai della baia di Tindari, oggi di Marinello, si diedero subito da fare per tirare al secco la cassa galleggiante sulla distesa del mare.
Fu aperta la cassa e, con grande stupore e soddisfazione di tutti, in essa fu trovata la preziosa Immagine della Vergine.
Sorse il problema ove collocare quell’ immagine.
Si decise di trasportare il Simulacro della Vergine nel luogo più alto, sovrastante la spiaggia di Marinello, il più bello, al Tindari, dove poi sorse il primitivo santuario.
Il colle del Tindari, così suggestivo, santificato dalla presenza della Madonna, divenne così il sacro, mistico colle di Maria