Il culto di San Calogero Eremita a San Salvatore di Fitalia
E il Museo Siciliano delle tradizioni religiose
Forse legata ad una tradizione di pellegrinaggi risalente ad età classica, persiste ancora oggi l'uso del pellegrinaggio proveniente dai vari abitati dell'area Nebroidea a San Salvatore di Fitalia, legato alla venerazione di San Calogero di Calcedonia, il nero taumaturgo evangelizzatore dell'isola di Sicilia.
Qui nel Santuario si raccoglie l'eredità spirituale di una storia che attraversa un millennio, si conservano fede e modi, espressioni, reliquie, simulacri, si fa festa, si assiste all'arrivo delle decine di migliaia di pellegrini che sfidano il cocente sole di Agosto per esaudire un voto.
I pellegrini percorrono, ancora in molti a piedi, ma anche con i mezzi più moderni le impervie vie degli angoli più sperduti per non mancare all'appuntamento di fede, per una volta o per tutta la vita.
Legato alla diffusione dei culti basiliani, nel medioevo, il culto prima proveniente da Sciacca nell'agrigentino, giunto a Demenna-San Marco nel Monastero detto di Fragalà, viene intronizzato a San Salvatore di Fitalia dove trova ampia amplificazione.
Oggi, oltre al Santuario, nella località, opera ed è visitabile un 'Centro culturale polivalente' dedicato al Santo, unificato con il 'Museo siciliano delle tradizioni religiose' dove si espongono oggetti rituali e devozionali popolari, testimonianza dell'antichità e ampiezza del culto, testimonianze del luogo, ma anche di vari culti medievali ed anche più recenti, un' interessante raccolta di reperti tra cui spicca un ricco insieme di ex-voto anatomici di cera, databili tra il XVIII ed il XX secolo, vincolati come beni etno-antropologici di notevole importanza culturale.