Da Gioiosa Marea a San Piero Patti

Lungo la dorsale panoramica sul Golfo di Patti

GIOIOSA MAREA sorge presso il roccioso Capo Calavà, edificata dagli abitanti dell’antica Gioiosa Guardia; le sue chiese ricordano nel nome quelle del vecchio centro e ne custodiscono molte opere. La Chiesa Madre di S. Nicolò, con interno neoclassico, possiede statue e dipinti sei-settecenteschi e un interessante Crocifisso ligneo. Nella chiesa di S. Maria sono ricomposti notevoli altari in marmo intarsiato del XVII secolo ed alcune Madonne in marmo tra le quali, attribuibile a Giacomo Gagini, la Madonna delle Grazie; altra statua tardorinascimentale in marmo di Carrara è nella Chiesa della Catena. Salendo per tortuose strade asfaltate si giunge ai ruderi di GIOIOSA GUARDIA, cittadina fondata nel XIV secolo da Vinciguerra Aragona, su uno spuntone montuoso da cui si gode una magnifica vista. Presso i ruderi della Chiesa di S. Francesco sono gli scavi archeologici di un centro indigeno poi ellenizzato. Sulla parte alta i ruderi più cospicui sono costituiti dalla chiesa di S. Maria, dal campanile e dagli ambienti attigui; il campo di rovine è vasto ed attraversato da un serpeggiante viottolo.

 

Da qui si scende passando per Sorrentini (chiesa di S. Teodoro) fino a MONTAGNAREALE. La seicentesca Chiesa Madre ospita in una cappella barocca ornata di intarsi lignei dorati la marmorea statua della Madonna delle Grazie (1679), di maniera gaginesca ma eseguita su modello della nota Madonna di Trapani. Passando per  le Vecchie Carceri, resto di un’antica torre cilindrica, si scende nella valletta dove è il restaurato Mulino di Capo.

 

Si prosegue per LIBRIZZI, paese in bella posizione, a dominio della Valle del Timeto. Nella piazzetta della Catena, la chiesa omonima ospita una marmorea Madonna col Bambino (fine XVI secolo); nella parte alta, la Chiesa Madre accoglie la magnifica statua lignea di S. Michele arcangelo (fine XVI- inizi XVII secolo), intagli lignei e un interessante Ecce Homo.

 

Seguendo la valle si raggiunge S. PIERO PATTI. Al centro della cittadina, presso il ricco Palazzo Orioles, sorge la Matrice (S. Pancrazio), dall’incompiuto campanile inclinato; nell’interno a tre navate sono numerose opere d’arte: dipinti (“Consegna delle chiavi a S. Pietro”, “Anime Purganti”), sculture marmoree (S. Caterina, Madonna dell’Idria, Annunciazione) e lignee (Crocifisso, Madonna col Bambino).  Nella vicina chiesetta di S. Maria di Gesù un’altra statua marmorea della Vergine è comunemente attribuita ad Antonello Gagini. Passando per la barocca Fontana di S. Vito si raggiunge la Chiesa di S. Maria, con ricca facciata e portali intagliati in pietra (1581) ed elegante interno a tre navate. Notevole è il soffitto ligneo: in fondo alla navata di destra sono un Crocifisso ligneo del XVI secolo con patetica statua della Madre Addolorata e il simulacro marmoreo (bottega gaginiana) di S. Biagio. Alle spalle della chiesa si stende l’antico quartiere medievale (Arabite) un tempo sovrastato dal distrutto castello.