Da Santo Stefano a Mistretta
La tradizione della Ceramica e l’architettura in pietra.
La visita alle numerose botteghe di ceramica che invadono la via principale di S. STEFANO DI CAMASTRA si completa con quella del sontuoso Palazzo Trabia (archeologia, cultura materiale, arte contemporanea e ceramiche di produzione locale), dimora del fondatore della cittadina dopo l’alluvione del 1682 che aveva distrutto l’abitato posto più a monte; il ricco cenotafio barocco che lo ricorda è nella vicina Chiesa del Collegio. Al centro della parte antica sorge la Chiesa Madre, che accoglie diverse opere recuperate dal vecchio centro, rintracciabili pure nelle vicine chiese di S. Giovanni, di S. Antonio Abate, del Calvario e del Rosario; pannelli ceramici ottocenteschi e mattonelle maiolicate di produzione locale si ammirano invece nel Palazzo Armao e nel pittoresco Cimitero Vecchio. Un Crocifisso ligneo di G. Li Volsi (XVI-XVII secolo) si trova nel non lontano e panoramico Santuario del Letto Santo.
Salendo per la Statale 117 si attraversa il centro di REITANO, di origine medievale, elevato a ducea da Filippo II di Spagna. La Chiesa Madre, con le sue numerose opere, attesta l’importanza assunta tra il XVII e il XVIII secolo (statue lignee e marmoree, dipinti ad olio, Crocifisso e Tronetto barocco seicentesco, affreschi); nella chiesa di S. Maria delle Grazie è un affresco cinquecentesco con la Visitazione; meno conservati, nella Chiesa del Carmelo, gli affreschi di F. Brusca.
Si risale verso MISTRETTA, città di antichissima origine (ricordata come Amestratos da fonti romane). Assai interessanti sono il notevole centro storico, i numerosi monumenti realizzati con la rosea pietra locale e talune tradizioni, come le feste di S. Sebastiano e la Processione dei Giganti. La piazza Unità d’Italia segna la cesura fra parte vecchia (addossata al monte dove sono i ruderi del Castello) e nuova. Vi prospetta la notevole Matrice, nelle forme attuali eretta a partire dal ‘500; all’esterno sono interessanti la facciata, stretta fra due torri, il Portale del 1494 posto sul fianco destro e il voltone su cui appoggia il presbiterio e da cui si accede all’antica cripta. Al suo interno sono il coro ligneo del Cappellone, la neoclassica Cappella del Sacramento, la barocca Cappella dei Miracoli, la Cappella di S. Lucia con Dossale e statua (dei Gagini), tele e statue di varia epoca. Nella zona più antica sono da visitare la chiesa del Purgatorio (affreschi e stucchi), di S. Vincenzo, con interno circolare, di S. Nicola, con navate interne ridefinite nel periodo neoclassico, del Carmine; non può mancare la visita al Museo delle Tradizioni Silvo-pastorali, che documenta la cultura materiale e l’arte popolare del territorio. Dal centro si segue la Via Libertà, toccando la Chiesa di S. Sebastiano (fastosa “Vara” seicentesca del Santo) e passando tra ricchi palazzi notabili (Scaduto, Russo, Salamone) fino alla Villa Comunale, ottocentesca, accanto alla Chiesa di S. Francesco (dipinti dei secoli XVI-XVIII). Tra le altre chiese vanno ricordate quelle di S. Giovanni, dalla monumentale facciata, di S. Maria, con magnifico Crocifisso di frate Umile da Petralia, e di S. Caterina, dall’interno trinavato rinascimentale e con opere marmoree dei secoli XV e XVI (statua della titolare e Cona). Nel Palazzo Mastrogiovanni-Tasca è custodito il Museo Civico, con reperti archeologici e dipinti provenienti da varie chiese; di particolare interesse, la “Flagellazione di Cristo”, copia dal Caravaggio, forse di M. Stomer.