Da Caronia a Capizzi
Partendo da Caronia Marina, sobborgo di Caronia e sede dell’area portuale della greca Kalè Aktè (scavi in località Pantano e S. Teodoro; rudere di cisterna romana) si risale verso CARONIA, che si scorge serrata ai fianchi del rilievo su cui sorge il normanno Castello ruggeriano. Da Piazza dell’Idria si sale verso la parte vecchia, sottopassando l’arabeggiante Porta Torre; si raggiunge la Chiesa Madre di S. Nicola. L’interno ha interessanti statue dei secoli XVI-XVIII e buoni dipinti. La volta è affrescata con la “Glorificazione di S. Nicola”, la “Glorificazione della Vergine” e “Santi”, di A. Petringa e M. Latino, Più in alto, la chiesa di S. Francesco conserva le “Varette” processionali del venerdì Santo e un singolare dipinto con l’”Assunta”. Da qui si risale verso il Castello, costruito nel XII secolo, raro esempio di struttura militare del periodo normanno giunto fino a noi. Riprende nel l’edificio centrale il tipo dei palazzi che nell’area palermitana i sovrani costruirono ispirandosi a modelli fatimidi; la Cappella, trinavata e con elementi di spoglio classici, è di tipo bizantino. La residenza, su due livelli, presenta un nitido volume geometrico e si presenta a due livelli; in quello superiore alcuni ambienti a volta mostrano decorazioni a pieghe ed alveoli (esemplificazione delle più complesse muqarnas). Il giardino retrostante, attorniato da mura e torri, permette di avere un’ampia veduta sul mare.
La strada si svolge tortuosa tra i boschi di quercia superando i Nebrodi e giungendo a CAPIZZI, a m. 1120 d’altezza, con quartieri medievali ancora discretamente conservati e interessanti architetture. La Chiesa di S. Giacomo, prospetta nell’omonima piazza insieme alla facciata della chiesa del Convento e al portico tuscanico ottocentesco dell’Oratorio del Sacramento, dell’architetto Pietro del Campo. L’interno è ornato da stucchi ed affreschi. Oltre ad alcune buone tele, sono da segnalare la bella statua marmorea della Madonna col Bambino, di A. Gagini e le statue lignee di S. Giacomo e del Crocifisso. Seguendo la Via dei Vespri (palazzetti in pietra con eleganti mostre intagliate) si passa davanti alla neoclassica facciata della Chiesa di S. Antonio Abate e si giunge alla Chiesa Madre, il cui prospetto si affianca al ricco Palazzo Larcan e alla torretta del Convento Benedettino; la chiesa è a tre navate, con croce latina e cupola, e conserva tele (Zoppo di Gangi, G. Patricolo), un Crocifisso ligneo, un notevole organo e un fonte battesimale marmoreo entro una ricca arcata scolpita. Scendendo si incontrano l’Oratorio del SS. Sacramento, riccamente affrescato, e la Chiesa di S. Antonio (1751), con buoni stucchi; nella piazzetta antistante (“dei Miracoli”) si assiste annualmente ad un rituale tradizionale che vede la Vara del Patrono San Giacomo demolire una casetta con colpi d’ariete. Altri edifici religiosi con interessanti opere sono la Chiesa di S. Sebastiano e la Chiesa di S. Bartolomeo.