Gli Amici della Terra in Italia sono attivi in Italia da oltre 25 anni. Hanno sedi nelle principali città e sono riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente.
Promuovono politiche e comportamenti orientati alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile, attraverso campagne di opinione, progetti, informazione ed educazione ambientali, iniziative sul territorio. L’attività di studio, oltre a fornire una solida base scientifica alle iniziative dell’associazione, rappresenta una delle principali fonti di autofinanziamento.
Dell’associazione fanno parte soci di diverse culture e posizioni politiche.
Fra i movimenti ambientalisti, essa si distingue perché il suo scopo è ricercare, al di là della facile protesta, soluzioni concrete ai problemi e contribuire alla realizzazione di riforme ambientali.
Gli Amici della Terra sono protagonisti attivi dell’evoluzione delle politiche ambientali in Italia. Attraverso il referendum sui controlli ambientali, nel 1992, hanno contribuito in maniera determinante all’istituzione del sistema delle Agenzie per la protezione ambientale in Italia. Sono stati fra i primi ad approfondire e diffondere nel nostro paese i principi dello sviluppo sostenibile e rappresentano oggi uno degli ambiti più fertili nella valutazione delle politiche pubbliche e nell’elaborazione di strategie di sostenibilità ambientale.
Dopo la campagna contro l’energia nucleare degli anni ’70 e ’80, gli Amici della Terra hanno mantenuto una forte iniziativa sull’uso razionale dell’energia, con particolare attenzione agli aspetti tecnologici ed economici del problema.
Attualmente sono impegnati nella promozione dell’idrogeno, prodotto da fonti rinnovabili, come alternativa strategica all’uso dei combustibili fossili e come potenziale soluzione al problema delle emissioni di gas serra.
La campagna per una mobilità sostenibile, basata sul calcolo dei costi “esterni”, ha visto l’elaborazione e la diffusione di rapporti periodici sui danni ambientali e sociali provocati dal sistema dei trasporti in Italia. Proprio sulla base di questi studi, gli Amici della Terra credono che per assicurare nel futuro il diritto alla mobilità debba essere promossa un’offerta adeguata di trasporto collettivo, in particolare metropolitane e tram, incentivato l’uso di carburanti poco inquinanti, sviluppato il trasporto merci via mare e, soprattutto, potenziati i servizi ferroviari anche con nuove linee veloci.
Gli Amici della Terra non fanno demagogia sui rifiuti, come chi dice no agli inceneritori consentendo il proliferare delle discariche. Il nostro paese deve superare le emergenze e abbandonare il ricorso alla discarica, attraverso un sistema integrato che preveda la riduzione a monte dei rifiuti, il recupero e il riuso dei materiali, il recupero di energia. Hanno condotto azioni specifiche per il recupero produttivo degli inerti di scavo.
Sono impegnati, soprattutto attraverso i Club locali, in azioni di promozione e gestione di aree naturali protette, nella prevenzione degli incendi boschivi e in attività di rimboschimento, nella tutela del patrimonio naturale e paesaggistico con particolare riferimento alle coste, nelle attività di vigilanza ambientale, in azioni di tutela degli animali e della biodiversità. Fra le numerose attività di formazione ed educazione condotte in sede locale, si segnalano per il consenso ottenuto il programma “Ciao Farfalla”, per la tutela degli habitat naturali, gestito in collaborazione con la Butterfly Arc di Montegrotto Terme e con altri centri di educazione ambientale in Italia;
la “Scommessa”, una campagna degli studenti delle scuole medie superiori che si propongono di ridurre i consumi (e le relative emissioni di gas serra) nelle loro scuole; l’attività di formazione professionale ambientale in Lombardia.
Fin dagli anni ’80, gli Amici della Terra hanno condotto la campagna in difesa dell’Amazzonia e dei suoi popoli. Hanno realizzato “Radio Amazónia”, una rete di radio-ricetrasmittenti alimentate a pannelli solari che conta oltre 200 stazioni su un territorio di 2,5 milioni di Km quadrati. La rete è autogestita dalle comunità indigene e consente ad esse di comunicare fra di loro, di prevenire e controllare le emergenze ambientali e sanitarie, di commercializzare i prodotti delle foreste, di difendere culture e tradizioni. L’associazione ha anche realizzato il programma “Fuoco, emergenza cronica” che, nelle aree coinvolte, ha finora consentito di evitare fino al 70% dei focolai di incendio.