Progetto “SALINA”
Progetto “AREA DEL CAPRIOLO”
Galati Mamertino è uno dei 23 comuni con una vasta porzione di territorio ricadente nel Parco Regionale dei Nebrodi, area protetta di circa 86.000 ettari. Da qui è facile raggiungere siti di notevole importanza naturalistica.
L’Area del Capriolo si trova nel comune di Galati, in contrada Miserella a circa 900 metri di quota (km 2,5), é una vasta area di semicattivitá realizzata in un fitto bosco di castagni e cerri che ospita un nucleo di caprioli (Capreolus capreolus).
Gli esemplari, trasferiti da aree protette aventi ambienti simili (come il Parco Boschi di Carrega) vengono qui osservati per studi faunistici, e i loro comportamenti registrati in una banca dati.
La presenza di questi timidi animali è soprattutto una occasione per stimolare forme di fruizione compatibile.
Ai margini dell’area è presente un rifugio montano nel quale si svolgono attivitá laboratoriali per scolaresche.
Oltre alla ricerca scientifica quindi gli animali, così timidi ed elusivi, sono l’occasione per invitare i visitatori ad avere comportamenti rispettosi e responsabili nei confronti dell’ambiente.
Sono infatti numerosi i fruitori (4000 l’anno) in visita lungo i comodi sentieri che attraversano il bosco e circoscrivono l’area. Si tratta prevalentemente di alunni e studenti di ogni ordine e grado che nell’ambito di progetti di educazione ambientale, effettuano attività su campo nel Parco dei Nebrodi.
Il capriolo è un ungulato di medie dimensioni, dal mantello grigio chiaro in inverno e bruno in estate.
Il maschio é dotato di palchi che ogni anno cadono e vengono riemessi.
Gli accoppiamenti avvengono in estate e la gravidanza (la gestazione é differita) si conclude nella primavera inoltrata, quando le specie erbacee più appetibili formano ricche estensioni a prato.
PRENDI VISIONE DI:
ATTIVITÀ LABORATORIALI E DI ANIMAZIONE
DA VISITARE
Procedendo lungo la strada asfaltata si percorre la magnifica pineta e si corre tra belle formazioni boschivetra il Pizzo Risigna, il Pizzo d’Ucina (m 1282) e Serra della Filicia (tratti da percorrere in fuoristrada o a piedi per godere dei bei panorami).
Dal tornante a monte della frazione di San Basilio si può percorrere (a piedi, km 3,1) una bella strada sterrata che passa dal suggestivo ambiente contadino di Mulisa, posto a ridosso di una falesia calcarea (abbeveratoio) e raggiungere la Cascata del Catafurco, salto di circa 10 metri del torrente Milé, in una conca rocciosa.
Da San Basilio si procede per la comoda strada che raggiunge Portella Gazzana e da qui si inoltra (lambendo il roccioso Pizzo di Mueli) nelle magnifiche faggete di Mangalaviti, in zona A del Parco dei Nebrodi, immettendosi nella strada dorsale dei Nebrodi, percorso attrezzato di straordinario interesse escursionistico.
testi : Nuccio Lo Castro
OTELLO
L’area ospita anche Otello, un esemplare di asino pantesco proveniente dall’allevamento di San Matteo a Erice.
(a sinistra Otello con l’operatore Campisi)
L’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana lo ha dato in comodato d’uso alla nostra associazione, che gestisce l’area per conto del Parco.
La sua presenza rientra in un ampio piano di tutela della specie.
Articolo giornalistico su Centonove
di Giuseppina Laguidara
Per conoscere Otello bisogna raggiungere contrada Miserella a Galati Mamertino nel Parco dei Nebrodi, precisamente l’Area del Capriolo. Chi, tuttavia, crede nell’incarnazione del generale moro della tragedia di Shakespeare s’imbatterà, invece, in un simpatico asinello della pregiata specie dei cosiddetti “scecchi di Pantiddaria”, tra le razze asinine più antiche d’Italia.
Otello vi saluterà con un raglio simile ad un boato, modo usuale di esternare la sua felicità ogniqualvolta avvista gente. É molto socievole e ama la compagnia, soprattutto quella dei bambini. Cammina dondolando, sembra quasi che saltelli, ma in effetti è l’andatura “ad ambio”, nel senso che avanza contemporaneamente gli arti dello stesso lato, tipico della razza pantesca.
Tra le caratteristiche di questa specie, inoltre, il color marrone intenso del mantello, con pelo corto e lucido, una corporatura più alta delle altre razze simili, gli immancabili “occhialini bianchi” a mascherina e il muso bianco o quasi.
Una volta, in tempi remoti, l’asino pantesco veniva allevato per le sue doti di agilità e robustezza ed era preferito al cavallo perché molto più abile nell’inerpicarsi per sentieri impervi.
L’asinello Otello è diventato un’attrattiva del suggestivo sentiero del “Capriolo”, la mascotte, indipendentemente dai 4 esemplari di caprioli che sono più “timidi” per indole. É “coccolato” dagli operatori dell’area, i quali settimanalmente lo sottopongono a toelettatura, insomma come fosse il “piccolo principe” dell’area del “capriolo”. A giugno Otello compirà 5 anni, età della maturità sessuale, ed è quindi in attesa anche di una “fidanzata” che sarà scelta appositamente per lui, dovrà essere “affine” per perpetuare la specie nel tempo.
Infatti, da quando nel 1985 Arlecchino, ultimo esemplare di asino di Pantelleria esistente, annegò in mare, decretando, di fatto, l’estinzione della razza, l’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Sicilia dal 1989, avviò il rivoluzionario progetto di ricrearla, iniziando a ricercare su tutto il territorio isolano i discendenti degli asini “esportati” e gradualmente selezionando quegli esemplari che, per caratteristiche genetiche, si avvicinavano il più possibile alla razza pura. Ciò avviene attraverso una serie di incroci selettivi, mirati all’eliminazione dei fattori genetici non propri della razza pantesca e all’applicazione di particolari tecniche, quali il trasferimento embrionale. Oggi, finalmente, si è giunti arrivati alla costituzione di un nucleo di circa 77 esemplari di Scecchi panteschi in Sicilia, che risponde agli standard di razza, ottenendo sin dal 16 febbraio 2006 l’iscrizione al Registro Anagrafico per le Razze e Popolazioni Equine riconducibili a gruppi etnici locali.
Otello, unico affidamento in provincia di Messina, è stato concesso in “comodato d’uso” circa dieci mesi fa dall’Azienda regionale Foreste Demaniali di Sicilia al club Nebrodi Onlus “Amici della Terra”, presieduto dalla biologa Maria D’Amico.
Si tratta di una delle associazioni ambientaliste siciliane, dal 1991 opera in tutto il territorio dei Nebrodi e gestisce anche il “Progetto Capriolo”, importante progetto faunistico con obiettivi di studio scientifico e azioni di fruizione sostenibile prevalentemente rivolte alle scuole di ogni ordine e grado. Altri asinelli panteschi sono stati concessi a Parco delle Cinque Terre in Liguria e alla moglie di Riccardo Muti, che trascorre il periodo delle ferie a Pantelleria. Il Comune di Castelbuono in questi anni ha utilizzato l’asino per la raccolta porta a porta dei rifiuti solidi urbani, rivalutando così anche il ruolo di un animale dimenticato.