Quante emozioni nei volti delle persone che ritornano nella propria terra dopo averla lasciata da molti anni, anzi decenni. E quante emozioni nel rivedere oggetti, fotografie, attrezzi tradizionali del duro lavoro contadino legato alla coltivazione del grano o dell’olivo o della pesca usati da adolescenti quando ancora erano le Isole Eolie a essere l’unico luogo conosciuto in tutta la terra. Ancora emozioni nel rivedere la ricostruzione di una camera da letto con la culla per il neonato, un ambiente dagli arredi essenziali, senza fronzoli, o di una cucina con il forno tradizionale che primeggiava negli ambienti domestici: c’è ancora la ciotola (“pignatedda da livatina“) che serviva a conservare un pezzo di lievito madre che, rinnovato, si tramandava da una generazione all’altra; sembra quasi di sentire l’odore del pane o dei biscotti e di rivedere tutta la famiglia riunita. Molti isolani hanno lasciato le Isole e ogni anno ritornano e ricordano, raccontano le loro esperienze e amano ascoltare vecchie storie delle quali loro stessi sono stati protagonisti. Per loro viene organizzata a Salina una festa che non è soltanto una celebrazione ma soprattutto un momento di gioia, incontro e condivisione, una occasione di confronto. Quest’anno, il 6 settembre, nell’occasione della festa, un nutrito gruppo ha visitato il Museo Etnoantropologico e l’Archeologico a Santa Marina Salina, nella frazione Lingua, ed ha esternato emozioni di gioia e commozione nel rivedere, ben conservati ed esposti, oggetti antichi, immagini fotografiche in bianco e nero, libri e la ricostruzione fedele di ambienti domestici vissuti. Nel museo Archeologico ritrovamenti risalenti all’età del Bronzo testimoniano la presenza dell’uomo sin da epoche remote
Le guide della nostra Associzione li hanno accompagnati, li hanno guidati durante il percorso di visita dei 2 musei, hanno raccontato ed hanno ascoltato le loro storie ed hanno condiviso gioia e commozione.